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Traduzioni e interpretariati non sono due cose diverse?
Thread poster: Anna Massera
Anna Massera
Anna Massera  Identity Verified
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Apr 13, 2010

Buongiorno a tutti,

sono una traduttrice ancora alla prime armi che lavora con poca soddisfazione come revisore in-house per un'agenzia. Consultando la Blue Board riesco ad avere qualche lavoro saltuario ma non abbastanza da potermi staccare dalla suddetta agenzia.

Ora, chiedo anche a voi, più esperti di me, è sbagliato pensare che non necessariamente la figura del traduttore e quella dell'interprete coincidono?

Io mi sono formata principalmente sul testo
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Buongiorno a tutti,

sono una traduttrice ancora alla prime armi che lavora con poca soddisfazione come revisore in-house per un'agenzia. Consultando la Blue Board riesco ad avere qualche lavoro saltuario ma non abbastanza da potermi staccare dalla suddetta agenzia.

Ora, chiedo anche a voi, più esperti di me, è sbagliato pensare che non necessariamente la figura del traduttore e quella dell'interprete coincidono?

Io mi sono formata principalmente sul testo scritto, ho frequentato Lingue e non ho mai seguito corsi che mi potessero dare una base nel campo degli interpretariati (intendo anche le consecutive e le trattative, non necessariamente le simultanee).

Ogni volta che capita in agenzia un cliente che ha bisogno di una telefonata "importante" come chiamate in tribunali esteri per risolvere determinate questioni, vengo sempre vista come quella che vuole fare la difficile se dico che non mi sento pronta nè in grado di effettuare questo tipo di intermediazioni col cliente a fianco a cui durante la telefonata devo spiegare cosa mi viene detto e rispondere quello che mi dice il cliente.

Immagino sia sempre parte della politica economica dell'azienda che mira al massimo (?) risultato con la minima spesa...

Scusatemi tanto ma devo considerarmi io una fallita o è il mio interlocutore che sbaglia?

Grazie a chi vorrà rispondermi,
Anna
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Manuela Dal Castello
Manuela Dal Castello  Identity Verified
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sbagliano loro Apr 13, 2010

Senza dubbio, perché tra l'altro - anche ammesso che tu fossi interprete con fiocchi e controfiocchi - non sarebbe così ovvio avere una padronanza del linguaggio giuridico che ti permetta di sostenere una conversazione con un tribunale estero.

Manuela


 
Giulia TAPPI
Giulia TAPPI  Identity Verified
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Dipende da te Apr 13, 2010

Sicuramente non sei una "fallita" se non te la senti.

Come hai detto tu stessa "non necessariamente" le 2 figure coincidono, ossia sono 2 professioni diverse, ma ci sono traduttori (e interpreti) che sono bravi solo nel loro campo, e persone che praticano con successo (anche se è più raro) entrambi i mestieri.

Ad esempio a me piace moltissimo l'interpretazione, non ho seguito nessun corso accademico (mentre sono diplomata in traduzione), ma non ho mai avuto difficolt�
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Sicuramente non sei una "fallita" se non te la senti.

Come hai detto tu stessa "non necessariamente" le 2 figure coincidono, ossia sono 2 professioni diverse, ma ci sono traduttori (e interpreti) che sono bravi solo nel loro campo, e persone che praticano con successo (anche se è più raro) entrambi i mestieri.

Ad esempio a me piace moltissimo l'interpretazione, non ho seguito nessun corso accademico (mentre sono diplomata in traduzione), ma non ho mai avuto difficoltà, anzi l'interpretazione mi dà soddisfazioni molto maggiori.

Comunque capisco poco la storia del cliente che viene in agenzia a chiedere una telefonata "per tribunali esteri" ; almeno in Francia, questa prassi mi è sconosciuta.

Buon proseguimento,

Giulia
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Marika Costantini
Marika Costantini  Identity Verified
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sono d'accordo con te Apr 14, 2010

Anche a me in passato è capitato che mi chiedessero la disponibilità per interpretariati di giornate intere con clienti stranieri in visita presso alcune ditte "visto che sei laureata in lingue". Questo ovviamente avrebbe comportato: la visita dell'azienda, l'illustrazione della loro attività, dei loro prodotti (utilizzando la terminologia del settore, ovviamente), varie trattative commerciali, pranzi, cene e quant'altro. Io considero molto seriamente la mia professione e so (così come sapev... See more
Anche a me in passato è capitato che mi chiedessero la disponibilità per interpretariati di giornate intere con clienti stranieri in visita presso alcune ditte "visto che sei laureata in lingue". Questo ovviamente avrebbe comportato: la visita dell'azienda, l'illustrazione della loro attività, dei loro prodotti (utilizzando la terminologia del settore, ovviamente), varie trattative commerciali, pranzi, cene e quant'altro. Io considero molto seriamente la mia professione e so (così come sapevo allora) che non ho la giusta preparazione per affrontare un interpretariato così complesso e "variegato"; e lo stesso credo valga anche per te, che ti ritrovi su due piedi a dover fare una telefonata a tribunali stranieri per questioni importanti e delicate. Non vergognarti a fare un passo indietro e ad esprimere le tue perplessità. Meglio comportarsi così piuttosto che accettare ad oltranza questi lavori e poi fare magari una brutta figura che va a discapito della tua professionalità.
Buona giornata!
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Giulia TAPPI
Giulia TAPPI  Identity Verified
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Interpretariato variegato Apr 14, 2010

Marika Costantini wrote:

Anche a me in passato è capitato che mi chiedessero la disponibilità per interpretariati di giornate intere con clienti stranieri in visita presso alcune ditte "visto che sei laureata in lingue". Questo ovviamente avrebbe comportato: la visita dell'azienda, l'illustrazione della loro attività, dei loro prodotti (utilizzando la terminologia del settore, ovviamente), varie trattative commerciali, pranzi, cene e quant'altro. Io considero molto seriamente la mia professione e so (così come sapevo allora) che non ho la giusta preparazione per affrontare un interpretariato così complesso e "variegato"; e lo stesso credo valga anche per te, che ti ritrovi su due piedi a dover fare una telefonata a tribunali stranieri per questioni importanti e delicate. Non vergognarti a fare un passo indietro e ad esprimere le tue perplessità. Meglio comportarsi così piuttosto che accettare ad oltranza questi lavori e poi fare magari una brutta figura che va a discapito della tua professionalità.
Buona giornata!


Sono pienamente d'accordo con Marika, quando descrive la complessità ed il lato tecnico di queste giornate, prontamente qualificate (o squalificate) come interpretariati "di trattativa" e per cui alcune persone accettano 200/300€ a giornata!

Ognuno fa come se la sente, ma riflettiamo anche al valore di queste prestazioni.


 
dropinka (X)
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trattativa Apr 14, 2010

Ciao Giulia,

Giulia TAPPI wrote:

Marika Costantini wrote:

Anche a me in passato è capitato che mi chiedessero la disponibilità per interpretariati di giornate intere con clienti stranieri in visita presso alcune ditte "visto che sei laureata in lingue". Questo ovviamente avrebbe comportato: la visita dell'azienda, l'illustrazione della loro attività, dei loro prodotti (utilizzando la terminologia del settore, ovviamente), varie trattative commerciali, pranzi, cene e quant'altro. Io considero molto seriamente la mia professione e so (così come sapevo allora) che non ho la giusta preparazione per affrontare un interpretariato così complesso e "variegato"; e lo stesso credo valga anche per te, che ti ritrovi su due piedi a dover fare una telefonata a tribunali stranieri per questioni importanti e delicate. Non vergognarti a fare un passo indietro e ad esprimere le tue perplessità. Meglio comportarsi così piuttosto che accettare ad oltranza questi lavori e poi fare magari una brutta figura che va a discapito della tua professionalità.
Buona giornata!


Sono pienamente d'accordo con Marika, quando descrive la complessità ed il lato tecnico di queste giornate, prontamente qualificate (o squalificate) come interpretariati "di trattativa" e per cui alcune persone accettano 200/300€ a giornata!



a tuo avviso come andrebbero invece qualificate (senza entrare nel merito dell'emolumento)?

Buona giornata!

Claudia


 
Giulia TAPPI
Giulia TAPPI  Identity Verified
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Consecutiva Apr 14, 2010

Ciao Claudia,

secondo me esistono 2 tipi di interpretazione : la simultanea, in cabina, che chissà perché sembra nota a tutti e considerata difficile e prestigiosa (non dico che non lo sia, anche se a mio avviso la consecutiva è ben più difficile) e la consecutiva.

Cosa sia la trattativa rispetto alla consecutiva non l'ho mai capito bene ; forse qualcuno può spiegarmelo?

Quello che so è che quando un'agenzia mi parla di trattativa per un colloquio di
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Ciao Claudia,

secondo me esistono 2 tipi di interpretazione : la simultanea, in cabina, che chissà perché sembra nota a tutti e considerata difficile e prestigiosa (non dico che non lo sia, anche se a mio avviso la consecutiva è ben più difficile) e la consecutiva.

Cosa sia la trattativa rispetto alla consecutiva non l'ho mai capito bene ; forse qualcuno può spiegarmelo?

Quello che so è che quando un'agenzia mi parla di trattativa per un colloquio di lavoro in cui si tratta di assumere il Direttore Generale della filiale francese di una ditta italiana, o, peggio, di fare un training aziendale su un elemento meccanico di alta precisione (2 casi realmente vissuti), non accetto la definizione di trattativa che mi sembra un semplice trucchetto per pagare di meno.

Buona giornata a te,

Giulia
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dropinka (X)
dropinka (X)  Identity Verified
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privato Apr 14, 2010

Ciao Giulia,

ti rispondo in privato perché temo di andare off-topic

Claudia


 
Valerio Chervino (X)
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Mai confondere traduzione e interpretariato Apr 14, 2010

La traduzione e l'interpretariato non sono la stessa cosa. Un traduttore di testi non è automaticamente anche un interprete e questo bisognerebbe spiegarlo bene a chi non è pratico del settore.
Il requisito principale di un traduttore è avere una conoscenza perfetta della propria lingua madre e sapere utilizzare diversi tipi di registri linguistici a seconda del contesto. Ovviamente la padronanza della lingua straniera da cui si traduce è importante, ma a mio parere è secondaria risp
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La traduzione e l'interpretariato non sono la stessa cosa. Un traduttore di testi non è automaticamente anche un interprete e questo bisognerebbe spiegarlo bene a chi non è pratico del settore.
Il requisito principale di un traduttore è avere una conoscenza perfetta della propria lingua madre e sapere utilizzare diversi tipi di registri linguistici a seconda del contesto. Ovviamente la padronanza della lingua straniera da cui si traduce è importante, ma a mio parere è secondaria rispetto alla capacità di utilizzare efficacemente le risorse per la traduzione (internet, CAT, dizionari, ecc.).
L'immediatezza dell'interpretariato invece richiede una conoscenza molto più approfondita della lingua straniera, sia dal punto di vista colloquiale che tecnico. La capacità di concentrazione, la prontezza di riflessi e una buona dose di "self-control" sono caratteristiche imprescindibili per fare questo lavoro.
Personalmente mi occupo sia di traduzione che di interpretariato, ma conosco traduttori tecnici BRAVISSIMI, con un'ottima padronanza di una o più lingue straniere, che andrebbero nel pallone anche di fronte all'interpretariato più semplice.
Pur operando nello stesso ambito, a mio parere si tratta di figure professionali distinte e separate. Essere traduttori non significa per forza essere anche interpreti.

Valerio Chervino
Veritas Language Solutions Ltd
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Emilia Mancini
Emilia Mancini  Identity Verified
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Assolutamente diverse Apr 14, 2010

Cara Anna,

non devi assolutamente sentirti inferiore a nessuno.
Traduzione e interpretariato sono due attività diverse, anzi, molto diverse.
La preparazione è diversa, i processi mentali sono diversi, nonché le inclinazioni personali.

Nella scuola in cui ho studiato ho avuto modo di prepararmi in tutti e due i settori e nella carriera ho fatto pratica in tutti e due gli ambiti. Personalmente riesco a farlo, anche se è ovvio che bisogna prepararsi (e
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Cara Anna,

non devi assolutamente sentirti inferiore a nessuno.
Traduzione e interpretariato sono due attività diverse, anzi, molto diverse.
La preparazione è diversa, i processi mentali sono diversi, nonché le inclinazioni personali.

Nella scuola in cui ho studiato ho avuto modo di prepararmi in tutti e due i settori e nella carriera ho fatto pratica in tutti e due gli ambiti. Personalmente riesco a farlo, anche se è ovvio che bisogna prepararsi (e molto) sulla materia, nonché essere pronti a viaggiare, camminare, o stare in piedi tutto il giorno. Molti dei lavori di interpretariato infatti sono del tipo menzionato da Marika.

Tante persone che studiavano con me non si sognerrebbero mai di fare interpretariato, perché proprio non sono interessate o non se la sentono, per i motivi più disparati. Così come mi è capitato di incontrare persone che, pur avendo esclusivamente una preparazione per la traduzione scritta, hanno un talento naturale per l'interpretariato, ma devono comunque prepararsi a fondo sugli argomenti da trattare. Credo che sia un po' come quando tanta gente crede che chi traduce o fa interpretariato possa anche insegnare la/le lingua/e con cui lavora, o viceversa.

In più anche chi opera come interprete a volte non accetta certi lavori perché non può, o non se la sente di affrontare certi argomenti. Ma anche quando si ha familiarità con la materia a volte il livello della discussione è talmente specialistico che richiederebbe anni di studio e così anche degli interpreti esperti non affrontano (o non dovrebbero affrontare) certi lavori, così come succede (o dovrebbe succedere) per la traduzione scritta. Non per niente i "grandi" interpreti (es. chi lavora presso UE, ONU, NATO, ecc.) devono anche essere laureati nella materia specifica che interpretano.

Riguardo alla differenza tra interpretazione simultanea e consecutiva, quest'ultima è di gran lunga più impegnativa, anche se molti sono convinti del contrario. Tutti i nostri docenti di interpretazione ce lo ripetevano e ce lo dimostravano fino allo sfinimento. Infatti è molto più difficile ricordare e tradurre con la massima precisione possibile blocchi di frasi, o diversi minuti di discorso (come succede con la consecutiva), piuttosto che tradurre frase per frase (o giù di lì) come succede nella simultanea. Anche se gli appunti aiutano, ciò nonostante la consecutiva rimane l'attività più impegnativa in ambito di interpretariato. Per quanto mi riguarda non capisco la differenza tra interpretazione consecutiva e di trattativa. Ai tempi in cui ho studiato io non esisteva e, come ha giustamente osservato Giulia, credo che si tratti di un modo per abbassare le tariffe.

Per concludere, cara Anna, non farti scoraggiare da queste richieste. Anzi, vorrei complimentarmi con te per la serietà e la correttezza professionale che dimostri con la tua domanda, e con gli scrupoli che ti fai quando ti vengno fatte certe richieste. Inoltre mi sembra strano che l'agenzia non capisca la differenza, anche se so benissimo che non si tratta di una pratica insolita.
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Simona R
Simona R
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Precisazione Apr 14, 2010

cleobella wrote:

Non per niente i "grandi" interpreti (es. chi lavora presso UE, ONU, NATO, ecc.) devono anche essere laureati nella materia specifica che interpretano.



Ne sei sicura? Conosco vari interpreti che hanno studiato con me e che ora lavorano alla Commissione UE. Sono tutti laureati "solo" in interpretazione.

Simona


 
Claudia Caboi
Claudia Caboi  Identity Verified
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trattativa - giusto per chiarire Apr 14, 2010

Ciao a tutti,
ho studiato alla SSLMIT, solo i primi 2 anni, non l'ho finita ahimè, 8 anni fa.
Chi è più esperto mi correggerà ma dai programmi era ben chiara la differenza tra interpretazione di conferenza (simultanea e consecutiva, insegnamenti impartiti negli ultimi anni di specializzazione) e quella di trattativa (chouchotage, inserita già al secondo anno).
Quasi sempre in quella di conferenza le due parti condividono un background sociale e di conoscenza di argomento,
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Ciao a tutti,
ho studiato alla SSLMIT, solo i primi 2 anni, non l'ho finita ahimè, 8 anni fa.
Chi è più esperto mi correggerà ma dai programmi era ben chiara la differenza tra interpretazione di conferenza (simultanea e consecutiva, insegnamenti impartiti negli ultimi anni di specializzazione) e quella di trattativa (chouchotage, inserita già al secondo anno).
Quasi sempre in quella di conferenza le due parti condividono un background sociale e di conoscenza di argomento, inoltre è "monodirezionale", l'interprete è chiuso in cabina traduce solo dalla lingua A a B e non viceversa, non potendo neanche avere un feedback sulla riuscita dell'interpretazione. Nella trattativa invece l'interprete traduce da A a B e viceversa, è ben visibile e vicino ai due partecipanti, il che pone anche ulteriori problemi di prossemica e postura in quanto gli atteggiamenti e i gesti del corpo concorrono alla riuscita dell'effettiva comunicazione tra i soggetti. Se questa comunicazione non avviene il lavoro non va avanti, ma l'interprete si consulta con chi parla per cercare di capire meglio il concetto espresso o viceversa con l'ascoltatore che non ha capito il messaggio tradotto dall'interprete. Al contrario, in una conferenza l'interprete raramente si accorge di chi lo ascolta e non sa se chi ascolta recepisce il messaggio nel modo giusto.
A grandi linee, spero di essere utile a qualcuno!
Claudia
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Giulia TAPPI
Giulia TAPPI  Identity Verified
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Chuchotage e consecutiva Apr 14, 2010

Scusami, ma non posso essere d'accordo.

In cabina, si fa la simultanea, non la consecutiva.

L'interpretazione CHUCHOTEE (bisbigliata, per tradurre in italiano) è una simultanea a tutti gli effetti, solo che invece di essere in cabina, sei seduta accanto al cliente e gli mormori all'orecchio quello che si dice in lingua straniera.
Anche qui secondo me bisogna togliere di mezzo gli equivoci : si deve lavorare necessariamente in 2, come in cabina, perché farlo da
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Scusami, ma non posso essere d'accordo.

In cabina, si fa la simultanea, non la consecutiva.

L'interpretazione CHUCHOTEE (bisbigliata, per tradurre in italiano) è una simultanea a tutti gli effetti, solo che invece di essere in cabina, sei seduta accanto al cliente e gli mormori all'orecchio quello che si dice in lingua straniera.
Anche qui secondo me bisogna togliere di mezzo gli equivoci : si deve lavorare necessariamente in 2, come in cabina, perché farlo da soli per una giornata intera ti fa scoppiare la testa.

Quanto alla consecutiva, io l'ho sempre praticata nei due sensi e in presenza dei clienti ; se la vogliamo chiamare con un altro nome, facciamo pure... ma la sostanza rimane.

Giulia
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dropinka (X)
dropinka (X)  Identity Verified
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non capisco Apr 14, 2010

Giulia TAPPI wrote:

Scusami, ma non posso essere d'accordo.

In cabina, si fa la simultanea, non la consecutiva.

Giulia, forse ho capito male, ma qui non mi pare che nessuno abbia scritto che in cabina si fa la consecutiva...

Claudia

[Edited at 2010-04-14 14:05 GMT]


 
Giulia TAPPI
Giulia TAPPI  Identity Verified
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conferenza o no Apr 14, 2010

Claudia Benetello wrote:

Giulia TAPPI wrote:

Scusami, ma non posso essere d'accordo.

In cabina, si fa la simultanea, non la consecutiva.

Giulia, forse ho capito male, ma qui non mi pare che nessuno abbia scritto che in cabina si fa la consecutiva...

Claudia

[Edited at 2010-04-14 13:38 GMT]


Forse sono io che non ho capito bene, ma mi era parso che si dicesse che l'interpretazione di conferenza comprende simultanea e consecutiva, e che si fa in cabina, in un solo senso.

Comunque siamo OT di nuovo...


 
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